mercoledì 3 marzo 2010

E l'INAF?

Nel coacervo degli Enti di ricerca sottoposti al riordino è inserito, come è noto, anche l’Ente nazionale di astrofisica che” promuove, realizza e coordina, anche nell'ambito di programmi dell'Unione Europea e di Organismi internazionali, attività di ricerca nei campi dell'Astronomia, della Radioastronomia, dell'Astrofisica spaziale e della Fisica cosmica, sia in collaborazione con le Università che con altri soggetti pubblici e privati, nazionali e internazionali.”
Il futuro dell’INAF, che è nato qualche anno fa, accorpando gli osservatori astronomici esd astrofisici presenti in Italia , non può essere considerato in modo disgiunto da quello dell’ASI, nel senso che vi sono forti contiguità tra i due Enti almeno per quanto riguarda le attività spaziali.
Non è affatto un caso infatti che nel decreto legislativo dell'ASI del 2003 ormai abrogato,si ponesse in evidenza all’articolo 3 giustamente che l’ASI curasse il raccordo con l’Istituto nazionale di astrofisica (INAF), per quanto concerne il settore dell’astrofisica : ciò si è tradotto in termini pratici nel fatto che l'ASI ha svolto un ruolo preminente di committente nei confronti dell'INAF nelcampo dei programmi di esplorazione dell'universo.
Forse i rapporti tra ASI ed INAF non sono stati sempre idilliaci.
Resta comunque il fatto che è necessario che i redigendi statuti, quello dell’ASI e quelli dell’INAF siano definiti in stretta correlazione tra di loro , al fine di promuovere programmi scientifici di elevata valenza.
E’ un’esigenza fondamentale non trascurabile, perché,come è noto, l’ASI dovrà continuare, nel quadro di riordino, a sviluppare programmi di ricerca scientifica ed innovazione tecnologica tra cui in primis quelli concernenti l’osservazione dell’universo.
Si auspica pertanto in termini concreti (soltanto come esempio) che i 5 esperti segnalati dal Ministero Vigilante che a norma di legge dovranno integrare i rispettivi consigli di amministrazioni siano le stesse persone e che lo statuto dell’Ente vada nella direzione di migliorare la complessa organizzazione dell’organismo di ricerca. Ciò è peraltro posto in evidenza nel piano triennale 2009-2011,quando si afferma che uno degli obiettivi è quello di "continuare la revisione amministrativo-gestionale interna per ottimizzare il funzionamento dell’Ente."

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