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martedì 26 luglio 2011

Il lanciatore Vega sarà sempre meno italiano?

In un articolo di questo blog parlammo diffusamente del consistente azionariato francese nelle industrie spaziali nazionali.
Avanzammo  in particolare l’ipotesi suffragata dalle indiscrezioni del momento secondo cui la società Avio che detiene il maggiore azionariato della ELV, società compartecipata dall’Agenzia spaziale italiana, capocommessa per la realizzazione del lanciatore Vega, sarebbe stata comprata dalla società francese SAFRAN, che gia' aveva tentato di acquisire la società Avio nel 2003 tramite la filiale Snecma.
Questa ipotesi d’acquisto sembra confermata e ciò non potrà che avere ripercussioni in quanto attorno ad Avio ruotano alcuni dei programmi di punta dell’ASI e del CIRA, cioè una quota importante dei limitati fondi di ricerca avanzata in Italia.
Il programma del lanciatore Vega, concepito ormai tanti anni fa dall’Italia e condizionato fortemente negli anni dal partner francese,sarà sempre meno italiano” sebbene il nostro Paese ne sia in ESA il maggiore finanziatore.(70% di quota italiana)
Insomma la politica industriale nazionale avrà sempre più una regia francese.
 Questo è il motivo per cui più volte abbiamo sentito la necessità di procedere ad una rivisitazione della politica spaziale nazionale e questo dovrà senza dubbio essere il primo importante impegno del nuovo Presidente dell’ASI .

lunedì 13 giugno 2011

L'industria spaziale italiana presto in orbita transalpina?

In questo blog più volte ci siamo soffermati sul fatto che la Thales Alenia abbia come principali azionisti i francesi  con l’inevitabile conseguenza che consistenti finanziamenti governativi vadano in Francia.
Non è un caso isolato perché nel mosaico industriale si inserisce un’altra “preoccupante” tessera :infatti la società Avio che detiene il maggiore azionariato della ELV, società compartecipata dall’Agenzia spaziale italiana, capocommessa per la realizzazione del lanciatore Vega, possa essere comprata dalla società francese SAFRAN, che gia' aveva tentato di acquisire la società Avio nel 2003 tramite la filiale Snecma.
Questa ipotesi d’acquisto è riferita da un autorevole organo di stampa francese.
La notizia non è né confermata né smentita dalle fonti industriali interessate.
Se a tutto ciò si aggiunge la precaria situazione finanziaria della società Telespazio che da giorni ha avviato la procedura della cassa integrazione per molti dipendenti, il quadro dell’industria italiana si fa preoccupante.
Non va dimenticato tra l’altro che la Telespazio è il maggiore azionista della società e Geos dedicata alla commercializzazione dei dati Cosmo-Skymed,con costi finora giudicati alle stelle da parte di alcuni soggetti come le piccole imprese di Matera dove è la sede legale di e Geos.
Se poi anche la Telespazio fosse ceduta dalla Finmeccanica alla Francia, cosa accadrebbe?
Ma queste sono soltanto illazioni.
Una cosa è certa : è imperativo rivisitare, alla luce dell’evoluzione industriale, la politica spaziale industriale del Paese,se  si vuole  evitare di entrare nella sfera d’influenza francese e perdere ogni autonomia.