sabato 24 settembre 2011

Satellite UARS: pericolo scampato!

Ormai siamo salvi!

I frammenti del satellite americano UARS non sono caduti in Italia, o meglio nella Padania.

A tale proposito sulla rubrica Cucù di Marcello Veneziani sul Giornale del 22 Settembre 2011  si dice testualmente in modo ironico, ma non troppo:

Siamo in grado di mandare satelliti nello spazio, di tenerci lì per un ventennio ad esplorare e poi quando finiscono non c’è un dispositivo di disintegrazione telecomandata; ognuno si salvi  come può, si chiuda in casa, anche se immagino che un proiettile da un quintale sparato dall’infinito avrebbe bucato e distrutto la casa centrata.
Non si può che convenire e sorprendersi che l’unico rimedio alla caduta di frammenti  sia quella di rifugiarsi nelle grotte.

venerdì 23 settembre 2011

La caduta di frammenti del satellite UARS: rischi di danni e responsabilità giuridiche.

Telegiornali ed organi di stampa dedicano molto spazio  all’evento della caduta di frammenti del satellite (Upper Atmosphere Research  Satellite)  su una fascia geografica interessante il nord italia prevista  ad horas. La protezione civile è  da giorni allertata.
Le previsioni di rientro sono soggette a continui aggiornamenti perché legate al comportamento del satellite stesso rispetto all'orientamento che assumerà nello spazio e agli effetti che la densità atmosferica imprime agli oggetti in caduta, nonché alle conseguenze sulla materia dell'attività solare.
Nell’ipotesi comunque di un malaugurato evento, anche se molto improbabile, di danni a persone e cose di chi sarebbe responsabilità giuridica  e risarcitoria?
Emeriti professori di diritto spaziale statunitensi sostengono  che i danni dovrebbero essere pagati dal Paese proprietario del satellite e nel caso di specie gli Stati Uniti d’America.
Questo sempre che il Paese ove cadano i frammenti abbia aderio alla “Liability convention "del 1972
Ne siamo sicuri e condividiamo questa tesi?
Hanno mai approfondito la questione gli esperti giuridici del MIUR e dell'ASI?

giovedì 22 settembre 2011

La nomina del direttore generale: una difficile decisione.

Il CDA dell’ASI,come abbiamo anticipatto sinteticamente in un precedente articolo del nostro blog, non ha prodotto alcun risultato in merito alla nomina del Direttore Generale .
La questione non è semplice perché, a quanto è dato sapere,il Presidente dell’ASI sarebbe orientato a non confermare l’attuale Direttore Generale che ha dalla sua di essere invece in possesso di un contratto di assunzione che avrà scadenza non immediata, ma soltanto tra qualche anno.
Pertanto la soluzione non sembra dietro l’angolo e potrà essere assunta dopo gli approfondimenti necessari per evitare perniciosi danno all’erario, laddove il'attuale Direttore Generale attuale non fosse confermato.
Vi è d’altra parte da porre in evidenza che in conformità all’articolo 12 comma 3 dello statuto dell'ASI.
il Direttore generale, il cui rapporto di lavoro é regolato con contratto di diritto privato condurata coincidente con la durata in carica del Presidente, é scelto tra persone di altaqualificazione tecnico-professionale e di comprovata esperienza gestionale, con profondaconoscenza delle normative e degli assetti organizzativi degli enti pubblici e del settoreindustriale aerospaziale.
Ciò comporta che sia espletata una selezione tra più candidati, al pari di quanto è accaduto per la nomina del Presidente dell’ASI.
Questi sono i corni del dilemma e decisioni in merito probabilmente saranno concordate, come è accaduto nel passato,con il il Ministro Vigilante.

mercoledì 21 settembre 2011

Dopo il Vega avremo un Veghino od un Vegone?

Il Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana,come si rileva da un recente articolo del Corriere delle Comunicazioni ,  ha parlato della strategia spaziale italiana e  in particolare,per quanto riguarda il lanciator Vega a ha psto in evidenza che  sarà lanciato fra Dicembre e Gennaio prossimo ed anche aggiunto:
Quindi dovremo commercializzarne i servizi ma anche pensare al futuro: fare un “Veghino” più piccolo, 500 chili di capacità, ma molto meno costoso? Oppure conviene realizzare un “Vegone” più grande da 3,5 tonnellate che risponda a tutte le esigenze del cliente?
E’ un bel dilemma  a cui la risposta non è dietro l’angolo anche perché sembrano tutt'altro che chiare le vicissitudini del lanciatore Vega di cui l'Italia è il maggiore finanziatore (70%) in ESA.
Questo programma peraltro nel futuro sembra essere sempre meno "italiano": infatti è bene ricordare  che la società Avio, maggiore azionista della ELV, società compartecipata dall’Agenzia spaziale italiana, capocommessa per la realizzazione del lanciatore Vega, sarebbe in tempi brevi comprata dalla società francese SAFRAN.
Insomma molte cose sono da chiarire tra cui in particolare quali sono i costi finora sostenuti dall'Italia nello sviluppo del lanciatore sin da quando è stato concepito.
E' un dato importante di conoscenza soprattutto in questo periodo di "vacche magre".




martedì 20 settembre 2011

Fumata nera all'ASI per la nomina del Direttore Generale

Come avevamo già anticipato nell’articolo del 16 settembre u.s. si sarebbe tenuto il giorno 20 cm il primo consiglio d’amministrazione della  nuova gestione dell’Agenzia.
Nuova gestione si fa per dire perché il Presidente e 2 consiglieri d’amministrazione sono stati riconfermati.
Uno dei primi punti all’ordine del giorno in accordo con lo statuto dell’Ente era la nomina del Direttore Generale.
Così è stato, ma  il tutto è stato rimandato ad una prossima seduta  perché si è soltanto avviato un processo di approfondimento sul delicato argomento che potrebbe anche non escludere la  riconferma dell’attuale Direttore.
Va anche detto che probabilmente anche per il Direttore Generale dovrebbe procedersi in termini di legge ad una selezione, al pari di quanto è stato fatto per il Presidente.

lunedì 19 settembre 2011

Saranno nel futuro due i punti di riferimento nello scenario spaziale italiano?

A seguito delle recenti nomine agostane dei Presidenti degli Enti di ricerca sono usciti dal cappello all’ASI  per ironia della sorte Enrico Saggese (riconfermato) e Giovanni Bignami all’INAF.
Quest’ultimo, per dovere di cronaca, non è soltanto un autorevole astrofisico. ma è stato anche Presidente dell’ASI a cui il Ministro Gelmini ritenne di far subentrare nel 2008, prima con un periodo di commissariamento, poi con un pieno mandato presidenziale l’attuale Presidente dell’ASI.
Sempre per dovere di cronaca il neo presidente dell’INAF  a suo tempo pose in evidenza con forza osservazioni critiche sulle modalità di redazione del piano spaziale nazionale.

Venendo ad oggi è anche recente un’intervista di Bignami sulla politica spaziale statunitense nell'era post shuttle.
Insomma nel quadro istituzionale degli Enti di ricerca dedicati al settore spaziale avremo due autorevoli punti di riferimento per i prossimi quattro anni.
Questa vuole essere soltanto una constatazione di una situazione di cui potremo valutare le conseguenze in un futuro anche breve se non altro nella strategia dei programmi scientifici.
Potremmo avere anche che i programmi scientifici rientrino nel futuro nelle esclusive competenze dell’INAF.
Non è da escludere.








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domenica 18 settembre 2011

Ipotesi di riorganizzazione industriale.

La manovra finanziaria, recentemente approvata,  non porta nella gerla soltanto le contrazioni delle spese dei Ministeri e degli Enti locali, ma anche le dismissioni dei beni di proprietà dello Stato.
Il Tesoro esclude  comunque di cedere ulteriori quote detenute in societa' quotate come Eni, Enel, Terna e Finmeccanica.
Quest’ultima  tuttavia, proprio in questi giorni nelle prime pagine dei giornali anche per le note vicende giudiziarie, potrebbe, almeno stando a quanto riferiscono giornali economici, cedere  il segmento ferroviario,che ha come punto di riferimento il gruppo Ansaldo Breda, a alla General Electric od ad altre società straniere.
E’ anche giunta la notizia che preoccupa specialmente gli amministratori della Campania che gli stabilimenti Alenia come quello di Pomigliano d’Arco possano essere chiusi definitivamente.
Ovviamente  non vi è nulla di certo, tranne il fatto  che si è avviata una fase che prelude ad una radicale riorganizzazione della Finmeccanica.
Quale sarà la sorte del segmento spaziale?
Ad oggi nulla di nuovo.
L’evidenza presente tuttavia è sotto il naso di tutti : basti pensare ad una Thales Alenia con maggioranza francese ed una Telespazio "sofferente " in questi ultimi mesi da più vicende organizzative,per rendersi conto come il futuro non sia affatto roseo per il futuro spaziale.