venerdì 6 maggio 2011

Lo Shuttle e la ricerca italiana

Lo Shuttle,  prima di andare in pensione  ed entrare in qualche museo (si è già aperta la competizione ), porterà in orbita molta Italia forse la settimana prossima.
Non soltanto vi sarà infatti l’astronauta italiano ma anche un carico utile scientifico, fiore all’occhiello della ricerca italiana e frutto di contributi essenzialmente da parte della università e delle piccole imprese.
Il payload scientifico, include tra l'altro:
‘ENOS’ (Electronic NOse for Space exploration) che è un ‘naso elettronico’ costituito da un array di sensori chimici per monitorare le caratteristiche dell’aria all’interno dell’ISS e segnalare eventuali anomalie e la presenza di agenti inquinanti
‘APE’ (Astronaut Personal Eye), che prevede la realizzazione di un microveicolo per impiego spaziale utilizzabile sia all’interno, sia all’esterno di veicoli orbitali.
‘Night Vision’ che si propone di studiare la capacità di resistenza allo stress spaziale di mutanti genetici dell’alga unicellulare ‘Chlamydomonas Reinhardtii’, considerata una pianta modello per studi fotosintetici, che accumula differenti quantità di pigmenti maculari.
Sono stati scelti sulla base di un bando scientifico (announcement of opportunità) emesso dall’Agenzia spaziale italiana che ha avuto  il ruolo di “collettore” di tutti questi esperimenti suscettibili di sviluppi applicativi sulla terra.
Sono degli auspici interessanti e spiace che siano stati  etichettati, almeno sembra,anche come “ strampalati”  probabilmente da qualche conduttore televisivo nel corso di una trasmissione con rappresentanti dell’ASI.
Se fosse così sarebbe un vero peccato dovuto anche a difetto di comunicazione e ciò non aiuta certo nella sensibilizzazione degli uomini comuni alla conoscenza del settore spaziale.

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