Ci siamo riservati nell’articolo del 17 marzo u.s. sull’esito delle tornata di nomine in ESA, di entrarne nel merito.
Anche questa volta, come accade sovente, a seguito di importanti decisioni, non vi è concordanza di vedute al riguardo e si riportano pertanto le posizioni favorevoli e contrarie.
Secondo i primi, l’Italia avrebbe ottenuto il massimo avendo ben 3 direttorati italiani in ESA,raggiungendo così una posizione del tutto ragguardevole per un Paese come l’Italia terzo contributore in ESA.
Per i critici sarebbe soltanto invece una vittoria di Pirro avere acquisito in particolare il direttorato della strategia che non avrebbe alcun potere, in quanto non solo sarebbe strettamente subordinato al Direttore Generale ma anche del tutto privo di budget.
Per di più sia la candidatura italiana alle strategia sia quella della direzione del centro europeo di ricerca avrebbero superato il turno essenzialmente per il fatto che erano fortemente supportate dal Direttore Generale dell’ESA.
Una vera battuta d’arresto sarebbe stato inoltre vedersi sfumare il direttorato della scienza elemento strategico e di peso rilevante in ESA con budget rilevante e forti interessi industriali.
Probabilmente avrebbe giocato a sfavore il fatto che il candidato italiano, pur avendo un curriculum professionale di tutto rispetto, non sia un astrofisico.
A prescindere comunque dalle considerazioni di merito, vi è da domandarsi se l’atteggiamento assunto dalla delegazione italiana in ESA sia stato mai discusso dal consiglio di amministrazione dell’ASI e se sia stato concordato pienamente con il Ministro Vigilante.
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