Si pensa di solito che i programmi spaziali siano sviluppati dai Paesi ricchi, detentori della tecnologia.
In realtà, da molti anni, non è più così, perchè sempre più intense sono le collaborazioni negli scacchieri asiatico ed africano.
Lo Sri Lanka, ad esempio sta costituendo una propria agenzia, mentre sul continente africano Algeria, Sudafrica, Nigeria e Kenya hanno da tempo sottoscritto un accordo di cooperazione per la realizzazione di una costellazione di satelliti dedicati al monitoraggio del territorio africano.
Nel contesto africano si inserisce la collaborazione tra Italia e Kenya per lo sviluppo della collaborazione spaziale : proprio nei giorni scorsi infatti,per quanto ci risulti, vi sarebbero stati colloqui in Kenya tra i responsabili spaziali dei due Paesi per la messa a punto di un accordo definitivo di cooperazione.
Ma l’accordo viene da lontano, sin da quando negli anni sessanta del secolo scorso fu realizzata per opera di Luigi Broglio la piattaforma equatoriale al largo delle coste del Kenya in acque extraterritoriali.
Dopo anni di alterne vicende vi è stato un consistente impulso nel Gennaio scorso quando il ministro degli Esteri Frattini , nella sua visita in Kenya ha rafforzato la collaborazione con quel Paese africano su vari punti e tra questi il programma di sviluppo socio-sanitario per la comunità di Ngomeni (Malindi), sita nei pressi della base spaziale gestita dall’Agenzia spaziale italiana (Asi) per un valore di circa tre milioni di euro, un progetto di circa 500 mila euro per la creazione di attività generatrici di reddito rurali nell’area di Sigor (zona nord-occidentale del Paese) e ovviamente la cooperazione spaziale.
Quale sia la reale portata di quest'ultimo accordo non è dato sapere in termini concreti; potrebbe essere previsto un allargamento della collaborazione su più campi dal lancio dei satelliti alla osservazione della terra e ciò con il presumibile intervento delle industrie italiane manifatturiere e di servizi.
Tutta la questione per il governo del Kenya dovrebbe essere vigilata dal Ministro della Difesa: infatti l’estensione dell’accordo nel gennaio 2010 è stato stipulato tra il Presidente dell’ASI e il segretario permanente del Ministero della difesa del Kenya.
Resta sempre d’obbligo la domanda sulla effettiva stabilità politica del Kenya, tanto più che la collaborazione con l'Italia si dovrebbe dispiegare in campo spaziale su un ampio spettro di tematiche delicate e sofisticate dall' utilizzo dei lanciatori, alle osservazioni della terra.
Le garanzie non possono che venire dal Governo ed in primis dal Ministero degli Esteri a cui spetta di vigilare sulla dimensione politica internazionale dei molteplici accordi.
E certo la collaborazione avvenuta tra un'industria italiana e l'Iran,e su cui vi sarebbero stati qualche mese fa anche strascichi a livello di politica internazionale,per la realizzazione di un satellite dovrebbe esserci di insegnamento.
martedì 20 aprile 2010
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