Di recente è stata riportata la notizia da agenzie di stampa latino americane che il premier russo Putin ha incontrato a Caracas il Presidente venezuelano Chavez per firmare importanti protocolli di collaborazione.
Tra questi , accanto all’acquisto di armi, al nucleare e all’energia petrolifera, compare anche il settore spaziale con specifico riferimento alla costruzione di una rampa spaziale e di un impianto industriale.Anche Pechino non sta a guardare: il presidente cinese Hu Hintao proveniente da Brasilia visiterà Caracas e poi si recherà in Cile - dove parteciperà ad un vertice del Bric (Brasile, Cina, India e Russia).
La collaborazione russo-venezuelana che,anche se è stato smentito, potrebbe essere considerata in chiave antiamericana, è senza dubbio inquietante.
E purtroppo non è un caso isolato poichè, i media hanno nei mesi scorsi riferito diffusamente,in occasione della visita di Berlusconi in Israele, sulla presunta collaborazione tra la Repubblica iraniana ed un’industria italiana spaziale di punta.
Ed ancora va menzionato lo sviluppo missilistico e spaziale della Corea del Nord che si è avvalsa ovviamente della probabile collaborazione da parte di altri Paesi.
La scena spaziale è insomma radicalmente mutata da quando, prima del crollo di Berlino, pochi erano i Paesi impegnati nell’arena spaziale ed in primis l’Usa, l’Unione Sovietica e l’Italia.
Ora tantissimi Paesi, maggiori e minori, sono impegnati nel settore spaziale e molti sono aderenti all'Esa, come la Slovenia e la Repubblica Boema.
La corsa allo spazio, se nella maggior parte dei casi è ampiamente positiva, come per i Paesi aderenti all’ESA, con altri, come quelli precedentemente citati, può assumere aspetti di partecipazione preoccupanti.
Sarebbero necessarie opportune riflessioni ed un approfondito dibattito su questo delicato argomento, tenendo conto d’altra parte che si sta consolidando in misura sempre maggiore nel mondo l’impegno militare in connessione anche con lo sviluppo dei satelliti duali.
domenica 4 aprile 2010
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