giovedì 17 febbraio 2011

Preoccupazioni per il CIDOT di Matera e per i costi elevati applicati da e Geos per i dati Cosmo-Skymed?

Grande enfasi fu data nel novembre 2009 alla nascita della cittadella spaziale a Matera.
Veniva firmato in quell’occasione un accordo tra ASI e Regione Basilicata per l’ampliamento del centro di geodesia spaziale con la creazione di un centro di eccellenza per l'interpretazione dei dati di osservazione della Terra rilevati da satellite (Cidot), di una rete di Remote Sensing per il monitoraggio del territorio, di un centro permanente per l'alta formazione, di un parco scientifico e spaziale. Sempre in quell’occasione il Vice Presidente della Regione Basilicata ebbe ad esprimere soddisfazione per un’iniziativa che puntava “decisamente a sviluppare e rafforzare il suo ruolo di città della cultura e dell’innovazione, luogo di eccellenza e di riferimento per l’orientamento e la cultura scientifica, offrendo opportunità di formazione permanente ai giovani ricercatori e di impiego di competenze qualificate”.
A distanza di un anno e più il Cosmo-Skymed il cui costo ammonta a più di un miliardo di euro è operativo nel suo sistema complessivo, ma Matera attende con ansia la creazione della Cittadella dello Spazio e del CIDOT, il centro per l interpretazione dati delle osservazioni della terra che con un investimento di 24 milioni di euro di cui due terzi a carico dell’ASI e un terzo della Regione dovrebbe dare ulteriore impulso allo sviluppo delle pmi operanti nel settore.
Questo tra l'altro è quanto sarebbe  posto in evidenza dal Presidente API di Matera che esprime preoccupazione per il fatto che l’ASI abbia affidato di fatto a Finmeccanica (mediante la società e Geos 89% tele spazio e 20% ASI) che li gestisce e vende a costi elevatissimi alle aziende.
Ed ancora viene sollevata una pesante critica in quanto “si sostiene che in queste condizioni per le imprese del settore è molto difficile se non impossibile vendere applicazioni a servizi ed utenti finali, in quanto le politiche praticate da e Geos (società che dovrebbe commercializzare i dati partecipata al 80% da Telespazio e 20% dall’ASI) consentono di fatto solo a e Geos e quindi alle aziende Finmeccanica di formulare progetti a utenti finali. In tal modo i soli clienti delle PMI rimangono le aziende Finmeccanica.”

Insomma siamo alle solite e le associazioni delle piccole e medie imprese spaziali stanno a guardare?

Si fanno gli accordi e poi i fatti vengono a data da destinarsi con grande sofferenza per il tessuto industriale del territorio!

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