Nel 2009, “il gruppo italiano di Finmeccanica e la Libyan investment portfolio hanno costituito una società per la ‘cooperazione strategica nel settore militare ed aerospaziale, delle telecomunicazioni, dei trasporti, dell'elettronica" per operare in Libia, in tutta l'Africa e nel Medio oriente. Mentre è del 2006, la costituzione della Liatec, società per azioni con sede a Tripoli controllata per il 50 per cento dall’aviazione militare libica e per la restante metà da Finmeccanica e AugustaWestland: il 20 aprile scorso è stata inaugurata “una fabbrica di armamenti nell’aeroporto di Abou Aish”, poco distante da Tripoli, dal quale usciranno dispositivi per la difesa “da vendere liberamente in Medio oriente”
Questo è quanto posto in evidenza in un atto ispettivo parlamentare a proposito delle collaborazioni italiane con la Libia in campo aerospaziale e missilistico.
Invero già esprimemmo preoccupazioni sul nostro blog con l'articolo del 23/1/2011 sull’intervento finanziario della Libia in Fimeccanica.Ora queste preoccupazioni , con la rivolta in Libia di maggiore veemenza risetto a quella degli altri Paesi nordafricani e del Bahrein, si accrescono certamente anche perché, come si sostiene sempre nell’atto ispettivo già citato.
“. Sarebbe paradossale dover assistere a conflitti armati in cui i nostri soldati si trovino a fronteggiare contingenti dotati di mezzi di provenienza italiana venduti per errore a chi non si doveva”.
Questa grave situazione dovrebbe rappresentare un fermo monito per il futuro.
A prescindere dallo scenario libico che ormai è già compromesso,sarebbe necessario avviare in molti casi collaborazioni con Paesi non stabili politicamente con prudenza in settori sensibili come quello aerospaziale.
Molte volte infatti si intrecciano relazioni internazionali ad ampio spettro con i Paesi di tutti i Continenti senza verificarne la reale concretezza.
Non è infrequente infatti che si costituiscano gruppi di lavoro che hanno il precipuo e forse il solo risultato di consentire ai componenti dei gruppi di tenere alternativamente riunioni nei rispettivi Paesi.
Scusate la provocazione!
Scusate la provocazione!
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