Ci troviamo di fronte ad un futuro prossimo o lontano?
Stiamo parlando delle applicazioni spaziali per la produzione di energia solare.
L’agenzia spaziale giapponese Jaxa ha annunciato che nel 2030 lancerà nello spazio in orbita geostazionaria 4000 metri quadrati di pannelli fotovoltaici per dare vita alla più grande centrale solarespaziale.
Già nel 2020, tra poco meno di 10 anni, la società spaziale europea, la Eads Astrium 2, lancerà nello spazio una prima centrale spaziale orbitante, ma più piccola di quella giapponese.
Si tratta di un progetto avveniristico che apre una finestra incoraggiante per il futuro:la produzione di energia pulita utilizzando centrali solari nello spazio.
Lo studio di fattibilità giapponese prevede la realizzazione di una struttura gigantesca che possa contenere i pannelli solari su un’orbita geostazionaria.
Due sono le modalità di trasporto dell’energia catturata dal Sole allo studio. Nel primo caso, basato sulla tecnologia a micro- onde l’energia solare viene trasformata in elettricità che, convertita in microonde trasmesse sulla Terra verso dispositivi riceventi, sarà di nuovo tramutata in corrente elettrica da immettere nella rete di distribuzione.
Nel secondo caso la luce solare prima di raggiungere la superficie terrestre diventa un raggio laser.
Questo in sintesi è quanto si prefigge lo studio di fattibilità nipponico che sembra essere avviato con molta serietà e rigore scientifico.
mercoledì 3 novembre 2010
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