Si parla molto dell’Europa spaziale da molti anni e soprattutto da quando sulla scena è comparsa anche l’Unione Europea che in qualche modo fa discutere sul ruolo dell’agenzia spaziale europea.
Nei giorni recenti in particolare si sono palesate preoccupazioni da parte di alcuni analisti cui hanno fatto eco giornali come il Wall Street Journal, secondo cui nell’immediato futuro potrebbe esservi una contrazione dei finanziamenti nella misura del 20% da parte di alcuni Paesi aderenti all’ESA
I programmi spaziali europei previsti fino al 2013 potrebbero in tal modo essere messi in stallo dalla contrazione finanziaria a livello europeo.
Si parla certamente di finanziamenti considerevoli se si pensa che in Europa si spendono circa 6,8 miliardi di euro per i progetti spaziali ogni anno. La metà di queste risorse viene solitamente gestita direttamente dall’ESA, mentre il resto viene speso dai singoli paesi per i loro progetti interni legati allo spazio.
A partire dal 2008 l’ambizione era quello di lanciare l’Europa su una strategia che le conentisse di diventare partner alla pari di Washington e Mosca sul fronte di tutte le imprese spaziali. Da allora, Cina e India e altri paesi hanno raggiunto simili ambizioni. Ma molte delle iniziative europee potrebbero vacillare, stando a quanto dicono analisti ed esperti del settore, a causa della mancanza di volontà dei leader dei singoli paesi e problemi ai bilanci che condizionano molti progetti governativi.
La questione potrebbe peraltro essere non solo di natura finanziaria , ma anche di una carenza di coordinamento globale a livello europeo tra i programmi dell'ESA e quelli dei singoli Paersi che vi concorrono.
Ma queste sono opinioni e rischiano di essere illazioni se non sono suffragate dai fatti.
Sollevano ad ogni modo l’esigenza di fare chiarezza e di aprire un dibattito sulla strategia europea e sul reale stato di salute dell’ESA.
sabato 14 agosto 2010
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