E’ recente la notizia secondo la quale l’Agenzia Spaziale Italiana, l’Istituto nazionale di astrofisica e l’Ente nazionale per l’assistenza al volo abbiano messo insieme le loro forze per comprendere appieno la problematica dei superlampi, cioè dei rapidissimi lampi migliaia di volte più intensi dei lampi comuni ,che si manifestano durante le tempeste tropicali sull’equatore.
Infatti un sistematico monitoraggio dei super lampi sull’equatore che potrebbero costituire seri problemi per la sicurezza dei voli aerei, potrebbe essere effettuato mediante il satellite scientifico Agile lanciato tre anni fa in orbita equatoriale.
Il tutto ovviamente va preso con debita prudenza perché sono necessari seri approfondimenti scientifico tecnici per valutare la reale portata di un fenomeno impputato di compromettere seriamente la sicurezza dei voli aerei.
Al di là comunque della cautela emerge ancora l’ampia potenzialità delle tecnologie spaziali per lo studio di molteplici problematiche che vanno dalla telecomunicazioni, alle osservazioni della terra, dal controllo ambientale e dei fenomeni antropici alla navigazione terrestre, marittima ed aerea.
Non dobbiamo dimenticarci infatti come il satellite italiano Agile (astro rilevatore gamma ad immagini leggero) , punta di eccellenza nell’astrofisica internazionale, sia un satellite scientifico dedicato allo studio dei raggi ad alta intensità gamma fondamentali per la comprensione del cosmo e della sua complessa fenomenologia.
Ebbene, e questo caso ne rappresenta una tangibile conferma, la scienza può dare un supporto determinante allo studio di fenomeni atmosferici il cui impatto rappresenta un alto rischio per la sicurezza del traffico aereo.
Ancora una volta si conferma il principio secondo cui la ricerca fondamentale scientifica e tecnologica siano il presupposto determinante per ogni avanzamento tecnico e per una migliore conoscenza della nostra terra ed il miglioramento della vita sul globo terracqueo.
Non è sufficiente che siano convinti di ciò gli addetti ai lavori. E’ necessario che questa consapevolezza maturi nei politici che comprendano pienamente come ricerca scientifica, tecnologica ed applicata siano facce di un medesimo problema.
Se ciò fosse chiaro, anche la spesa pubblica, sia pure limitata, sarebbe ben qualificata ed orientata verso un reale avanzamento del Paese.
domenica 9 maggio 2010
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