La nuova organizzazione dell’Agenzia Spaziale Italiana è già al lavoro da qualche giorno e già si delineano all’orizzonte luci ed ombre di questa squadra destinata ad essere del tutto transitoria, se non altro fino alla definizione dello statuto dell’ASI che dovrà mettere a punto meglio il ruolo dell’Agenzia.
Il caso eclatante è quello del Centro di geodesia spaziale di Matera, centro di tutta eccellenza a livello nazionale ed internazionale per la geodesia, le osservazioni della terra e la robotica.
Non più tardi di qualche mese fa e per l’esattezza nel novembre 2009,veniva firmato un accordo tra ASI e Regione Basilicata per l’ampliamento del centro di geodesia spaziale che dovrebbe essere integrato con la la creazione di un centro di eccellenza per l'interpretazione dei dati di osservazione della Terra rilevati da satellite (Cidot), di una rete di Remote Sensing per il monitoraggio del territorio, di un centro permanente per l'alta formazione, di un parco scientifico e spaziale.
Nasceva una cittadella dello spazio materializzandosi così un importante investimento pubblico-privato e il Vice Presidente della regione Basilicata Vincenzo Santochirico aveva modo di dire a conclusione dell’evento in cui ovviamente erano intervenute le massime autorità dell’ASI e territoriali, secondo quanto riportato dai media che. “Con il programma di interventi e attività sottoscritto oggi, Matera punta decisamente a sviluppare e rafforzare il suo ruolo di città della cultura e dell’innovazione, luogo di eccellenza e di riferimento per l’orientamento e la cultura scientifica, offrendo opportunità di formazione permanente ai giovani ricercatori e di impiego di competenze qualificate”.
Eppure dopo tanta enfasi, a distanza di alcuni mesi, il Centro di Matera non trova menzione nell’organizzazione dell’ASI e tanto meno i dirigenti del Centro trovano collocazione adeguata, almeno nelle apparenze.
E’ un contrasto così forte che non può non essere registrato.
Ogni organizzazione ovviamente ha la sua logica, ma questa appare oscura.
Sempre che la cittadella dello spazio della Basilicata non sia da considerarsi tout court appannaggio della società e Geos per la commercializzazione dei dati di cosmo-skymed costituita all’80% da Telespazio e nella quota minoritaria del 20% dall’ASI.
In tal caso vi sarebbe da riflettere a lungo!
Il caso eclatante è quello del Centro di geodesia spaziale di Matera, centro di tutta eccellenza a livello nazionale ed internazionale per la geodesia, le osservazioni della terra e la robotica.
Non più tardi di qualche mese fa e per l’esattezza nel novembre 2009,veniva firmato un accordo tra ASI e Regione Basilicata per l’ampliamento del centro di geodesia spaziale che dovrebbe essere integrato con la la creazione di un centro di eccellenza per l'interpretazione dei dati di osservazione della Terra rilevati da satellite (Cidot), di una rete di Remote Sensing per il monitoraggio del territorio, di un centro permanente per l'alta formazione, di un parco scientifico e spaziale.
Nasceva una cittadella dello spazio materializzandosi così un importante investimento pubblico-privato e il Vice Presidente della regione Basilicata Vincenzo Santochirico aveva modo di dire a conclusione dell’evento in cui ovviamente erano intervenute le massime autorità dell’ASI e territoriali, secondo quanto riportato dai media che. “Con il programma di interventi e attività sottoscritto oggi, Matera punta decisamente a sviluppare e rafforzare il suo ruolo di città della cultura e dell’innovazione, luogo di eccellenza e di riferimento per l’orientamento e la cultura scientifica, offrendo opportunità di formazione permanente ai giovani ricercatori e di impiego di competenze qualificate”.
Eppure dopo tanta enfasi, a distanza di alcuni mesi, il Centro di Matera non trova menzione nell’organizzazione dell’ASI e tanto meno i dirigenti del Centro trovano collocazione adeguata, almeno nelle apparenze.
E’ un contrasto così forte che non può non essere registrato.
Ogni organizzazione ovviamente ha la sua logica, ma questa appare oscura.
Sempre che la cittadella dello spazio della Basilicata non sia da considerarsi tout court appannaggio della società e Geos per la commercializzazione dei dati di cosmo-skymed costituita all’80% da Telespazio e nella quota minoritaria del 20% dall’ASI.
In tal caso vi sarebbe da riflettere a lungo!
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